Nel 2020 il mondo è cambiato: che ci piaccia oppure no, dobbiamo farne i conti. Non solo come persone, ma anche come lavoratori. Quella che sembrava essere una situazione allarmante, ma provvisoria, è diventata la nostra routine quotidiana. Il Covid-19 ci ha messo di fronte a paure e smarrimento, ma anche a nuove opportunità. Il digitale è diventato un mondo comune a tutti, anche a quelle persone che non avrebbero mai pensato di utilizzare piattaforme come “Zoom” o “Google Meet” per una riunione con il proprio capo.
In questo contesto, anche i consumatori si sono dovuti adattare, tanto da far coniare un nuovo termine: la Generazione N. Di che cosa si tratta? Lo scopriamo insieme nelle prossime righe.
La Generazione N
La prima domanda che mi sono fatta è: per cosa sta N? Alla ricerca di una risposta, mi sono imbattuta in alcuni articoli interessanti, tra cui spicca quello di Forbes, a cura di Brian Solis. L’autore americano ha descritto perfettamente la situazione pandemica attuale, che ci ha insegnato “non solo a essere digitali, ma soprattutto a essere resilienti, più aperti ai cambiamenti ed empatici”. La reazione alla crisi non deve essere solo dettata dall’istinto di sopravvivenza, ma soprattutto da una reale volontà di esplorare nuove opportunità.
Dal canto loro, i consumatori hanno visto le loro abitudini modificarsi in pochi giorni. La routine quotidiana è stata sospesa. In questo modo, chiusi in casa e costretti a un isolamento forzato, gli utenti hanno iniziato a “diventare dei consumatori digitali”.
Quella “N” dunque, non significa “Net”, ma “Novel”. Una nuova generazione, dunque, che si identifica per due fattori:
- Mostra i segni della paura e dello stress causati dal Covid-19
- Utilizza il digitale per comprare, lavorare, formarsi, giocare e svagarsi
Di questo nutrito gruppo fanno parte tutte quelle persone che già erano solite utilizzare la tecnologia, ma riunisce anche i soggetti che sono stati obbligati dalla necessità a diventare più digital.
Secondo Solis, questa generazione non è destinata a scomparire, al contrario i comportamenti evidenziati continuano nel tempo, nonostante l’isolamento sia finito da un pezzo (e, speriamo, non ritorni mai più).
Cosa cambia nelle comunicazione aziendale
Nessuno conosce le risposte a lungo termine. Sappiamo, però, che è quanto mai necessario adattarsi al cambiamento. La società è mutata e sarà pressoché impossibile tornare indietro. Come lavoratori nel settore della comunicazione dobbiamo prenderne atto e ripartire, colmando le nostre lacune sulle conoscenze tecnologiche e intraprendere una strada più digitale.
Ecco qualche consiglio che potrebbe rivelarsi utile:
- Sfruttare i social a proprio vantaggio, distinguendo le esperienze di tipo analogico da quelle che corrono in rete
- Pensare a contenuti innovativi, in cui dare importanza alla parte video, utilizzando un linguaggio semplice e diretto
- Creare un’offerta seria e trasparente, per far sì che i propri clienti si fidino e si affidino
Nel vortice di questa rivoluzione digitale, è importante non perdere mai i propri valori e riconoscersi sempre in ciò che si fa. Solo lavorando con impegno e serietà la vostra flotta non naufragherà.
Siete pronti per salpare?
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